Indicazioni per la presentazione di istanze per opere di qualsiasi genere sui beni culturali ex art. 21 D.Lgs 42/2004 e per le richieste di indagini preliminari propedeutiche.
L’art. 21 del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali prevede che:
- L’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente.
- L’autorizzazione è resa su progetto o, qualora sufficiente, su descrizione tecnica dell’intervento, presentati dal richiedente, e può contenere prescrizioni. Se i lavori non iniziano entro cinque anni dal rilascio dell’autorizzazione, il soprintendente può dettare prescrizioni ovvero integrare o variare quelle già date in relazione al mutare delle tecniche di conservazione.
Inoltre l’art. 22 precisa che:
- Fuori dei casi previsti dagli articoli 25 e 26, l’autorizzazione prevista dall’articolo 21, comma 4, relativa ad interventi in materia di edilizia pubblica e privata è rilasciata entro il termine di centoventi giorni dalla ricezione della richiesta da parte della soprintendenza.
- Qualora la soprintendenza chieda chiarimenti o elementi integrativi di giudizio, il termine indicato al comma 1 è sospeso fino al ricevimento della documentazione richiesta.
- Ove sorga l’esigenza di procedere ad accertamenti di natura tecnica, la soprintendenza ne dà preventiva comunicazione al richiedente ed il termine indicato al comma 1 è sospeso fino all’acquisizione delle risultanze degli accertamenti d’ufficio e comunque per non più di trenta giorni.
Nota generale per la trasmissione di documentazione in formato digitale
Si compili la domanda usando il Modello per istanza di autorizzazione all’esecuzione di lavori di qualunque genere (art. 21 D.lgs. 42/04)
La casella di posta certificata della Soprintendenza accetta spedizioni fino a 70Mb. Nel caso di progetti con allegati di dimensione superiore si può ovviare con più invii numerati o utilizzando sistemi di condivisione di dati (file sharing) senza scadenza.
Qualora si richieda la restituzione della documentazione cartacea controfirmata, è possibile ritirare le pratiche dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 15:30 nella sede di C.so Magenta.
Per richieste di rilascio anticipato dell’autorizzazione, ad esempio per bandi o finanziamenti, il richiedente dovrà comunicare chiaramente le date delle scadenze.
Si rammenta che i progetti per opere di qualsiasi genere sui beni culturali sono da presentare a firma di un architetto.
In caso di interventi di restauro su beni culturali mobili, superfici decorate di beni architettonici e materiali storicizzati di beni immobili di interesse storico artistico o archeologico, o di scavo archeologico, il progetto deve essere a firma di un Restauratore di Beni Culturali (ai sensi del D.lgs 42/2004 e del DM 86/2009).
Si ricorda alle stazioni appaltanti assoggettate al rispetto del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016) e del DM 154/2017 per gli interventi sui beni culturali, che il Restauratore di Beni Culturali può svolgere funzioni di progettazione, direzione lavori, direzione operativa (art.22 del D.M. n. 154 del 22/08/2017), indipendentemente dalla presenza dell’architetto o di altri professionisti.
Ai sensi del D.Lgs. 42/2004 gli interventi di manutenzione e restauro su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici sono eseguiti in via esclusiva da coloro che sono restauratori di beni culturali ai sensi della normativa in materia, il cui nominativo risulti quindi incluso negli appositi elenchi a seconda del settore di competenza.
Richiesta indagini preliminari
Indagini stratigrafiche e invasive sui beni monumentali propedeutiche alla stesura del progetto devono essere autorizzate, mediante domanda in carta libera, comunque da inoltrare via PEC attendendo nota di risposta.
Contenuti minimi da inserire nella richiesta di autorizzazione all’esecuzione di prove penetrometriche e altre indagini diagnostiche distruttive ai fini strutturali
- Documentazione fotografica del bene culturale oggetto di indagine;
- relazione storico-artistica;
- descrizione breve delle finalità dell’indagine legate ad una prima valutazione strutturale (anche basata su modelli e calcoli) per cui si richiede autorizzazione;
- documentazione grafica e fotografica dei punti interessati dall’indagine, che ne chiariscano l’ubicazione, con particolare attenzione all’interferenze con pareti decorate o anche solo intonacate;
- descrizione delle tecniche costruttive delle parti su cui si interviene;
- descrizione degli strumenti da utilizzare;
- nominativo della ditta operatrice.
Contenuti minimi da inserire nella richiesta di autorizzazione all’esecuzione di indagini diagnostiche, preliminari alla stesura del progetto di intervento
- Documentazione fotografica del bene culturale oggetto di indagine;
- relazione storico-artistica;
- descrizione breve delle finalità della campagna diagnostica per cui si richiede autorizzazione;
- documentazione grafica e fotografica dei punti interessati dalle indagini, che ne chiariscano l’ubicazione;
- descrizione delle singole indagini, in cui sia anche indicata la modalità di esecuzione di eventuali prelievi;
- nominativo del restauratore di beni culturali – inserito negli appositi elenchi nel corretto settore di competenza – che effettuerà gli eventuali prelievi;
- nominativo del laboratorio specializzato che analizzerà i dati e i campioni raccolti.
Gli esiti delle indagini diagnostiche dovranno:
- essere interpretati e presentati in una relazione tecnica a firma dell’analista, corredata da una relazione del restauratore che correli criticamente le informazioni ottenute ai quesiti diagnostici;
- essere inviati o da soli o all’interno del progetto di restauro, come allegato alla relativa richiesta di autorizzazione.
Contenuti minimi da inserire nella richiesta di autorizzazione all’esecuzione di saggi stratigrafici preliminari alla stesura del progetto di intervento.
Saggi stratigrafici:
- documentazione fotografica del bene culturale oggetto di indagine;
- relazione storico-artistica;
- descrizione breve delle finalità dell’indagine stratigrafica per cui si richiede autorizzazione, e degli elementi sui quali si opera: colore, natura della finitura o dell’intonaco, spessore, stato di conservazione ecc.;
- documentazione grafica e fotografica dei punti interessati dall’indagine, che ne chiariscano l’ubicazione. Le aree in cui eseguire i saggi dovranno essere scelte in modo che sia possibile mettere in relazione tra loro i vari elementi architettonici presenti nelle diverse fasi decorative riscontrate (ad esempio a cavallo tra un cornicione e la parete di fondo);
- descrizione delle modalità di esecuzione;
- nominativo del restauratore di beni culturali – inserito negli appositi elenchi nel corretto settore di competenza – che effettuerà i saggi.
Gli esiti delle indagini stratigrafiche dovranno:
- Essere interpretati singolarmente e mettendo in relazione i vari saggi, in modo che emergano analogie o differenze tra le aree indagate;
- Essere presentati in una relazione tecnica che contenga le schede di indagine (vedi allegato);
- Essere inviati o da soli o all’interno del progetto di restauro, come allegato alla relativa richiesta di autorizzazione.
Gli esiti di tutte le indagini preliminari sopra indicate, dovranno essere trasmessi formalmente alla Sabap nel caso non fosse programmata a breve termine la predisposizione del progetto. Diversamente, la trasmissione avverrà contestualmente all’invio del progetto e della richiesta di autorizzazione.
Si raccomanda che il risultato di tali indagini sia criticamente interpretato e supporti le scelte progettuali, comunque da verificare ed eventualmente modificare anche alla luce di successive indagini da svolgere in fase di cantiere come da indicazioni riportate nell’autorizzazione.