Centro di trattamento del legno bagnato

Istituito oltre vent’anni fa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, il Centro di trattamento del legno bagnato dispone di un laboratorio specializzato nel trattamento e nel restauro dei legni archeologici imbibiti.

Il Centro è strutturato in tre sezioni:

  • area di mantenimento dei manufatti in vasche con ricircolo d’acqua;
  • area trattamento di impregnazione dei reperti in legno imbibito;
  • area di essiccazione.

La prima può ospitare, grazie a vasche di mantenimento, i manufatti lignei in solo lavaggio e stoccaggio.

La seconda, collocata come la prima nel cortile esterno, è dotata di tre vasche interrate per il trattamento di impregnazione; tali vasche assicurano limitata dispersione termica grazie alla posa di pannelli coibenti in un invaso costipato di argilla espansa e cemento leggermente armato. Vengono riempite con soluzioni acquose di PEG – polietilenglicole, mantenute alla temperatura di circa 50 C°, e vengono utilizzate per l’impregnazione dei legni ivi immersi. Tali vasche possono ospitare imbarcazioni, parti di strutture o altri reperti lunghi fino a 12 metri. L’area permette movimentazioni di reperti di grandi dimensioni con agilità di manovra per una gru con braccio estensibile.

La terza sezione, collocata all’interno del Laboratorio di restauro, è collegata con le vasche di impregnazione tramite un binario progettato per l’agevole scorrimento di un carrello idoneo a sostenere i reperti, anche di grosse dimensioni, destinati alla fase di essiccazione controllata. La sezione è dotata di un impianto di climatizzazione e di un tunnel in polietilene accoppiato barriera per l’isolamento dei reperti durante il processo graduale di essiccazione.

Dall’istituzione del Centro nel 1996 sono stati portati a compimento dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia numerosi interventi di restauro di legni imbibiti, tra cui gli interventi sulle piroghe del fiume Oglio, oggi musealizzate presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, il Museo Civico di Crema e del Cremasco (CR) e il Museo Archeologico Platina di Piadena (CR), gli interventi sui legni rinvenuti nei siti palafitticoli lombardi musealizzati presso il Civico Museo Archeologico G. Rambotti di Desenzano del Garda (BS), Museo Civico Archeologico di Gavardo e della Valle Sabbia (BS), gli interventi sui reperti in fibra vegetale intrecciata di epoca romana musealizzati al Museo Archeologico di San Lorenzo a Cremona, solo per citare alcuni esempi.

Il Centro opera in stretta collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Regolamento per l’utilizzo del Centro di Trattamento del Legno bagnato da parte di altri uffici del MiBACT, di altri Enti e di restauratori liberi professionisti (singoli restauratori e ditte di restauro)

Le strutture del Centro sono a disposizione di altri soggetti per le lavorazioni di restauro dei legni imbibiti di interesse archeologico e proprietà pubblica. Potranno fare domanda di utilizzo delle strutture del Centro altre Soprintendenze e Enti depositari di beni culturali, Fondazioni, Enti privati, nonché restauratori liberi professionisti e società e ditte di restauro private, alle seguenti condizioni:

  1. i restauratori di beni culturali che faranno richiesta di utilizzare le strutture del Laboratorio per interventi a loro affidati dovranno accreditarsi presso la Soprintendenza presentando un curriculum idoneo con comprovata esperienza nel trattamento dei legni imbibiti di provenienza archeologica; tale esperienza dovrà essere convalidata da certificazioni dei lavori svolti con le Soprintendenze o gli Istituti di Alta Formazione del Ministero.
  2. Le richieste verranno vagliate da parte dei tecnici della Soprintendenza che ne valuteranno la fattibilità, anche in rapporto alle esigenze interne del Centro e alla tempistica delle lavorazioni proposte.
  3. Le analisi dei legni, la loro movimentazione, le ore di lavorazione e tutte le spese vive per i trattamenti, comprensive di smaltimento delle soluzioni esauste correlate e oneri per la sicurezza, saranno a carico del committente (che potrà essere anche diverso dalla Soprintendenza di riferimento).
  4. Le operazioni di restauro dovranno avvenire sotto il controllo tecnico della Soprintendenza .
  5. L’accesso al Centro e i tempi di permanenza dei reperti nelle strutture dovranno essere concordati tra i restauratori incaricati e la Soprintendenza  e non potranno essere prolungati senza un valido motivo che non sia legato alle strette necessità di restauro dei reperti. Al termine dei restauri i reperti dovranno essere tempestivamente riconsegnati alla sede di origine o ad altra indicata dalla Soprintendenza di riferimento.
  6. In cambio dell’utilizzo delle strutture del Centro il soggetto incaricato del restauro dovrà corrispondere alla Soprintendenza  un contributo spese che potrà coprire acquisti di materiali di consumo, spese di utenze, manutenzione, smaltimento e altre operazioni correlate al laboratorio di restauro.
  7. Il calcolo degli oneri dovrà prevedere una parte fissa forfettaria proporzionale all’entità del restauro e alle dimensioni dei manufatti in trattamento da calcolarsi su base periodica ed una parte variabile che dovrà essere calcolata sulla base del volume del legno in trattamento.

Per maggiori informazioni contattare il funzionario responsabile per il Centro di trattamento del legno bagnato, dott.ssa Barbara Grassi (barbara.grassi@cultura.gov.it; 02.89400555 int. 220).

  • Regolamento del centro di trattamento del legno bagnato (Formato PDF | 77Kb ca.)